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In ricordo di nonno Teresio

«Geniale alter ego» di Natale Capellaro, «ex operaio che ne ripercorreva le orme», «capace di far fare alla meccanica cose stupefacenti»… (*)

Teresio Progettista al Tecnigrafo

Teresio Gassino—classe 1924 di Arè, figlio di artigiano fabbro—consegue il diploma da disegnatore nel 1942 presso il Centro Formazione Meccanici Olivetti, e già nel 1944 contribuisce ai primi progetti di macchine da calcolo del prodigio della progettazione meccanica in Olivetti Natale Capellaro: «Mi ricordo il primo lavoro che Le diedi. Era il controllo di un mio studio su una camma della 14 che Lei sbagliò per una banale dimenticanza ma che mi diede nello stesso tempo la misura della Sua padronanza del disegno».

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Nel 1945 è coordinatore tecnico dell’intero progetto MC14, e dal 1948 collabora direttamente con Capellaro alla progettazione di tutte le macchine da calcolo, partecipando dal 1951 a definire i modelli MC21, Divisumma, Tetractys, Audit, e successivi. Per anni braccio destro di Capellaro, ne prende il posto a capo dell'Ufficio progetti macchine da calcolo e apparecchiature scriventi nel 1964, per lasciare già nel 1969: nel mentre è sopraggiunta l’era elettronica.

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In quel periodo, con il gruppo meccanico di progettisti Olivetti, alla nuova tecnologia Teresio lancia un’ultima sfida con la Logos 27, calcolatrice superautomatica, «certamente—nelle parole del celebre manager Elserino Piol—la più completa e performante macchina da calcolo meccanica mai realizzata al mondo», della quale «ogni dispositivo [...] era un gioiello di genialità e creatività». Logica e matematica sono tradotte in lamiera, alberi rotanti, arpionismi, ingranaggi: 3700 pezzi che viaggiano fino a 1000 cicli al minuto, ai limiti di quella meccanica Olivetti «dei segnali deboli, non di forza, adatta a trasmettere e a manipolare la leggerezza dell’informazione». Complessa da costruire e mantenere, con il mercato che ormai ama l’elettronica, la Logos rimane un’ode a un futuro non realizzato del calcolo meccanico.

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Lasciata la Olivetti, Teresio continua a progettare macchine, insieme dedicandosi nella sua nuova residenza in Toscana all’attività vitivinicola, che gli vale nel 1981 il premio nazionale Douja d’Or di Asti per la Vernaccia di San Gimignano La Quercia di Racciano. Ci lascia troppo presto nel 1998, negli ultimi giorni di ospedale sempre con la matita del suo ultimo progetto CS-2 in mano—una macchina emettitrice di assegni che non termina di sviluppare, portata avanti dal figlio Massimo.

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È il 1953 quando Teresio affida il progetto della casa di Monte Navale, dove abiterà con la moglie Ernesta e i figli, a Eduardo Vittoria, l’architetto del palazzo del Centro Studi ed Esperienze Olivetti, regno dei progettisti meccanici. Mi piace immaginarlo al tecnigrafo a tarda notte, al suono della sua amata musica classica, che scruta dalla finestra di casa le luci del Centro Studi, cercando ispirazione per un nuovo virtuosismo ai limiti della meccanica. Oggi i capolavori del suo ingegno sono custoditi dalla polvere dei musei: accrocchi metallici che ispirano il fascino delle complicazioni di alta orologeria, o, viaggiando con l'immaginazione, visioni della fantascienza retrofuturistica. Le storie delle persone che diedero vita alle macchine, e i luoghi da loro un tempo affollati, sono di ispirazione per il futuro possibile.

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A centodieci anni dalla fondazione della Olivetti, le architetture olivettiane hanno ricevuto il riconoscimento di patrimonio UNESCO: progettata da Vittoria, tra loro figura Villa Gassino, la casa dove abitava Teresio, il grande progettista scomparso vent’anni fa—mio nonno.

Logos 27 macchina da calcolo meccanica

(*) Nei virgolettati Sandro Sartor, Via Jervis, n. 11, Elserino Piol, Il sogno di un’impresa, e un dattiloscritto inedito di Natale Capellaro.

Ivrea, 17 Novembre 2018
Valerio

Una versione precedente di questo testo compare in parti su la Sentinella del Canavese (31 Dicembre 2018) stampato e online.

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